28 marzo 2024

I GIORNI DI PASQUA NEI BENI DEL FAI IN LOMBARDIA Picnic, giochi all'aria aperta e visite speciali per tutta la famiglia domenica 31 marzo e lunedì 1aprile 2024

                                                 


    I GIORNI DI PASQUA

NEI BENI DEL FAI IN LOMBARDIA

Picnic, giochi all'aria aperta e visite speciali per tutta la famiglia

domenica 31 marzo e lunedì 1aprile 2024

Speciali picnic in giardini monumentali e parchi storici accompagnati da cestini con prodotti locali primaverili, giochi campestri e “caccia alle uova”, visite, passeggiate ed escursioni guidate: sono queste le attività proposte nei Beni del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS da nord a sud Italia per Pasqua e Pasquetta 2024. Un’occasione per trascorrere le giornate di festa all’aria aperta, godendo del contatto con la natura e con l’arte, alla scoperta di luoghi inediti e atmosfere storiche da conoscere, vivere e apprezzare.


Valeria Frisolone
Ufficio Comunicazione Stampa e New Media
Cell 334 3523916 Tel 02 467615345
 
FAI – La Cavallerizza
Via Carlo Foldi, 2 – 20135 Milano

26 marzo 2024

LA MILIONESIMA NOTTE Raccolta profonda e simbolica di Carla Malerba a cura di Vincenzo Capodiferro


LA MILIONESIMA NOTTE

Raccolta profonda e simbolica di Carla Malerba


La milionesima notte” è una raccolta di poesie di Carla Malerba, pubblicata da Fara editore, Rimini 2023. Scrive Francesca Ribacchi, giurata del concorso Faraexcelsior 2022: «La profondità spirituale delle immagini, potenziata dalle parafrasi e metafore, concorre a raffigurare le storie dell’esistenza interiore, le emotività e le affinità delle passioni, gli attimi di riflessività come traccia indelebile del vissuto che si sublima nella poesia».

È una poesia lineare ed attenta, che reca tracce di vissuto, riportando, come mare tra le crespe delle onde, i sentimenti sotterranei che ribollono nel fondo di un altro mare, quello di un’anima persa, abbandonata.


Quante volte non ci siamo parlati,

eppure, ci udivamo

nelle notti lunghe

in cui i ruoli si erano capovolti.


È il tema dell’incomunicabilità tra gli Esserci: ogni uomo è come monade, senza finestre né porte. Tutto vede da sé. Eppure, questa odierna incomunicabilità si trasfigura in ascolto. Il silenzio è ascolto.


Sul cuore ho tracce

di millenni di tenerezze

madre compagna

sorella sposa

respiro parole…


È il tema della femminilità, che riprende il “Vita di una donna” (2015), paredro dell’ungarettiano “Vita di un uomo”. Bella questa immagine della donna madre, sorella e sposa, che ci fa ricordare un antico inno a Maria: «O gran figlia, madre e sposa, del tuo stesso creatore…». E il dantesco “Vergine madre…”.

La poesia di Carla si erge come ciuffi di erba fresca nella distesa del deserto. Sono gocce d’amore e di dolore. Ed ella viene dal deserto, dall’antica Libia.

Carla Malerba è nata a Tripoli, in Libia, ma risiede in Italia dal 1970. Si laurea presso l’università di Siena. Insegna materie letterarie ad Arezzo. Pubblicazioni: “Luci ed ombre” (1999); “Creatura d’acqua e di foglie” (2001); “Di terre straniere” (2010); “Vita di una donna” (2015); “Poesie future” (2020).


Vincenzo Capodiferro

Mostra di pittura, scultura, fotografia e disegno a Milano

 


22 marzo 2024

Fred Vargas L’uomo dei cerchi azzurri


 
Fred Vargas

L’uomo dei cerchi azzurri – (Edizioni Einaudi)


Collana: Super ET

Formato: Brossura

ISBN: 9788806250805

Pagine: 216


Nel vasto panorama della giallistica un posto a sé è occupato da Fred Vargas, pseudonimo ispirato al personaggio interpretato da Ava Gardner nel film La contessa scalza, dietro il quale si cela Frédérique Audouin-Rouzeau.

Un’autrice davvero insolita, visto che fra l’altro proviene da un retroterra decisamente diverso. Ricercatrice di archeozoologia al Centro Nazionale francese per le Ricerche Scientifiche (CNRS) e specializzata in medievalistica, per cinque anni ha studiato i meccanismi di trasmissione della peste dagli animali all’uomo.

A dire l’originalità di Fred Vargas, c’è una velocità di scrittura che la pone in secondo piano solo rispetto a Simenon e Scerbanenco. Pare infatti che scriva tutti i suoi romanzi in soli ventuno giorni, per poi operare la revisione del testo nell’arco di tre o quattro mesi con la collaborazione della sorella pittrice Jo nel ruolo di editor.

L’uomo dei cerchi azzurri è il giallo dell’autrice francese nel quale, per la prima volta, fa la sua comparsa l’altrettanto insolita accoppiata di investigatori parigini formata dal commissario Adamsberg e dall’ispettore Danglard, due spiriti diametralmente opposti.

Il primo, come ama definirlo Fred Vargas, è uno “spalatore di nuvole” che basa le sue indagini sull’intuizione e su un certo pensiero laterale, o comunque non convenzionale. L’altro, dalla mente quadrata, è tanto razionale nel dedurre quanto fragile dal punto di vista umano, assillato com’è dai suoi complessi.

I due – antagonisti nello stile della detection - si trovano coinvolti in una serie di omicidi, nei quali l’assassino firma i suoi delitti tracciando con un gessetto azzurro dei cerchi intorno alle vittime.

Fra gli originali personaggi che popolano il romanzo spicca Mathilde, dove è facile scorgere un’identificazione di Vargas. Quello che però rende L’uomo dei cerchi azzurri caratteristico e diverso dal tradizionale giallo d’indagine è la cifra stilistica con cui è scritto. Condotto con una vena ironica e con una particolare maestria nel disegnare immagini inedite attraverso i paragoni, pur senza trascurare l’accuratezza dei dettagli si circonda di un alone di magia, che in alcuni tratti della narrazione sembra quasi assimilarlo alla favola.

Una notazione di merito, poi, va secondo me alla traduzione di Yasmina Melaouah, fondamentale per il successo in Italia della saga di Benjamin Malaussène, nato dalla fantasia di un altro autore francese quale Daniel Pennac.

Mi trascino verso la città, e giuro che trascinarmi è la parola giusta, perché sono tanto spompato che non troverei la forza per fare un fischio.

Mi guarda e si morde le labbra: ha la faccia che sembra un pezzo di argilla maneggiato da un bambino.

Ha gli occhi tondi come due piatti.

Le chiedo se fa conto di andare da qualche parte e lei mi lancia un’occhiata che friggerebbe un uovo.

Il commissario precedente era l’opposto. Sempre blindato nelle sue riflessioni.

Il commissario precedente rimuginava in continuazione. Invece Adamsberg era esposto a tutti i venti come un capanno di legno, il cervello all’aria aperta, insomma, pensò Danglard. È vero, era come se tutto quello che gli entrava dalle orecchie, dagli occhi o dal naso, che fosse fumo, colore, fruscio di carte, facesse una corrente d’aria sui suoi pensieri impedendo loro di prendere corpo. Questo qui, si disse Danglard, è attento a tutto, quindi non presta attenzione a niente.

Danglard era fatto così. Non si faceva problemi a borbottare frasi del genere proprio davanti a coloro che accusava. Adamsberg, consapevole di non saper essere altrettanto diretto, trovava utile che Danglard non avesse timore di ferire gli altri. Timore che a lui spesso faceva dire un sacco di cavolate tranne ciò che pensava.

E per uno sbirro questo dava esiti imprevisti e sulle prime non sempre positivi.

Poi il vecchio Le Nermord si sfregò gli occhi con una manica dell’impermeabile, come un vagabondo, come se abbandonasse tutto il prestigio che aveva impiegato anni a costruire.

Quando ci cammini dentro, il bosco fa rumore.

© Marcello Sgarbi

I GIORNI DI PASQUA NEI BENI DEL FAI IN LOMBARDIA Picnic, giochi all'aria aperta e visite speciali per tutta la famiglia domenica 31 marzo e lunedì 1aprile 2024

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